Home INDAGINI E RICERCHE Microplastiche nel vetro: uno studio ribalta le convinzioni sul packaging

Microplastiche nel vetro: uno studio ribalta le convinzioni sul packaging

Uno studio dell’Agenzia francese per la Sicurezza Alimentare (ANSES) ha scoperto che le bottiglie di vetro rilasciano nelle bevande quantità di microplastiche da 5 a 50 volte superiori rispetto ai contenitori in plastica PET e alle lattine metalliche.
La ricerca, coordinata da Iseline Chaïb e pubblicata nel giugno 2025, ha analizzato diverse tipologie di bevande commercializzate in Francia, rivelando una media di 100 particelle di microplastiche per litro nelle bottiglie di vetro contenenti cola, limonata, tè freddo e birra, contro valori tra 2 e 20 microplastiche per litro in PET e lattine.

La fonte della contaminazione è stata identificata nei tappi metallici che sigillano le bottiglie di vetro. Questi tappi, rivestiti da vernici colorate contenenti polimeri plastici, subiscono micro-graffi durante produzione, stoccaggio e manipolazione. L’abrasione meccanica rilascia frammenti microscopici della vernice polimerica che si disperdono nel contenuto della bottiglia.
I ricercatori hanno confermato che forma, colore e composizione delle microplastiche corrispondevano esattamente al rivestimento plastico dei tappi.

La distribuzione varia significativamente per tipologia: l’acqua presenta concentrazioni più basse (4,5 particelle/litro nel vetro vs 1,6 nella plastica), mentre le bevande analcoliche raggiungono 30 particelle/litro, la limonata 40 e la birra fino a 60. Il vino in bottiglie con tappo di sughero mostra valori bassi anche nel vetro.

L’ANSES ha proposto soluzioni pratiche per ridurre la contaminazione: soffiaggio ad aria sui tappi seguito da pulizia accurata con acqua e alcol prima della sigillatura. Questa procedura aggiuntiva potrebbe eliminare quasi completamente il problema, seppur comportando incrementi nei costi di produzione.
Le implicazioni per l’industria del beverage sono significative, considerando che il vetro è stato a lungo promosso come alternativa più sicura e sostenibile alla plastica.

Per la salute pubblica, studi precedenti hanno associato microplastiche a infiammazione, malattie cardiovascolari e neurodegenerazione. La situazione peggiora nel tempo: le concentrazioni cerebrali di microplastiche sono aumentate del 50% dal 2016 al 2024. L’agenzia sottolinea l’urgenza di stabilire limiti ufficiali e linee guida per la presenza di microplastiche nelle bevande, aprendo la strada a future regolamentazioni europee del settore packaging.

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