Sul mercato caffè contraffatto

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Sul mercato caffè contraffatto

17-07-2014 – Non è una novità che sul mercato circoli caffè di qualità modesta, contaminato dall’introduzione di elementi che spesso poco hanno a che vedere col prodotto. Ciò accade soprattutto per il caffè macinato, dove diventa difficile distinguere elementi estranei, e soprattutto per il caffè solubile nel quale la contraffazione viene effettuata miscelando orzo e grano tostati, gusci di caffè e addirittura farina di patate, polvere di cicoria, amido.
Questa problematica sta molto a cuore ai grandi Paesi produttori che cercano in ogni modo di difendere la qualità del proprio caffè, attaccati spesso dai Paesi produttori più piccoli che smerciano caffè di bassa qualità mischiandoli con chicchi provenienti da coltivazioni di maggior pregio allo scopo di aumentare i volumi e abbassare il prezzo.
La Colombia, uno dei grandi Paesi produttori, ha deciso di difendere la qualità dei suoi chicchi in maniera, potremmo dire, scientifica, attraverso un sistema nato dalla collaborazione tra la FNC (Colombian Coffee Growers Federation) e l’Università La Rioja (Spagna).
Si tratta di uno spettroscopio a infrarossi in grado di analizzare in 6 secondi la composizione dei chicchi, individuandone i singoli elementi ed identificandone il Paese di origine. L’operazione viene svolta quotidianamente su 55.000 campioni rilevati nei porti ma anche nella grande distribuzione ed è una tecnica che presto verrà diffusa affinché anche altri coltivatori possano difendersi dalle contraffazioni.

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