La seconda edizione del Report di Sostenibilità del Settore Vending di CONFIDA conferma un cambio di passo profondo: la sostenibilità non è più un capitolo accessorio, ma un asse strategico che attraversa governance, operatività e innovazione. Come ricorda il presidente Massimo Trapletti nella sua introduzione, oggi il vending italiano è chiamato a “raccontare in modo organico l’impegno dell’intera filiera” e a mettere a disposizione delle imprese strumenti concreti per integrare la sostenibilità nei processi di gestione. E il nuovo report mostra come questa transizione sia ormai in atto. Dalla ricerca emerge un settore più maturo, capace di dotarsi di politiche interne, procedure e sistemi di monitoraggio che rispondono ai criteri ESG. Crescono le imprese che adottano codici etici, modelli organizzativi trasparenti, certificazioni di qualità e ambientali. La spinta arriva anche dal Piano Strategico CONFIDA 2022–2026, che ha introdotto strumenti di supporto come il calcolo della carbon footprint e percorsi formativi dedicati.
Alla base c’è una nuova consapevolezza: con oltre 800mila vending machine e 5 miliardi di consumazioni annue, la distribuzione automatica può incidere concretamente sui temi ambientali e sociali, a partire dai processi di procurement, dalla scelta dei prodotti e dalla gestione quotidiana del servizio. Sul fronte ambientale, produttori e gestori stanno investendo in tecnologie a basso consumo, materiali riciclati, refrigeranti a ridotto impatto e sistemi di pagamento digitali che semplificano le operazioni e riducono sprechi e guasti. La normativa – fra Direttiva SUP, Regolamenti Ecodesign ed Etichettatura Energetica, CAM per la PA e Regolamento PPWR – accelera questa trasformazione, spingendo il settore verso macchine sempre più efficienti e imballaggi riciclabili o riutilizzabili. L’analisi delle emissioni condotta da Up2You mostra un settore che sta iniziando a misurarsi: le aziende monitorate hanno quantificato 29.832 ton di CO₂eq legate soprattutto alla flotta aziendale, aprendo la strada a ulteriori strategie di riduzione. Il progetto RiVending, ormai un riferimento del settore, dimostra come l’economia circolare possa diventare pratica quotidiana: oltre 16mila cestini installati, 89 milioni di bicchieri raccolti e 613 tonnellate di CO₂ risparmiate in un anno. Un modello che anticipa le richieste europee sugli imballaggi e offre alle aziende un percorso immediatamente applicabile.
Sul piano sociale, la collaborazione con Banco Alimentare ha permesso di recuperare nel 2024 più di 148 tonnellate di prodotti ritirati prima della scadenza, mentre iniziative come la formazione con Randstad e il laboratorio di riparazione nella Casa Circondariale di Bollate dimostrano che sostenibilità significa anche inclusione, competenze e nuove opportunità lavorative. Il report 2024 restituisce l’immagine di un vending che ha compreso la sfida: essere sostenibile non significa solo adeguarsi alle norme, ma costruire valore per imprese, utenti e comunità. Come sottolinea Trapletti, il settore sta consolidando pratiche responsabili e rafforzando il proprio ruolo sociale. Il vending italiano, grazie alla collaborazione tra aziende, istituzioni e associazione, si presenta oggi come un ecosistema capace di innovare, ridurre gli impatti ambientali e contribuire a una crescita più inclusiva e consapevole. Un percorso che è solo all’inizio, ma ormai irreversibile.
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