Home CONFIDA CONFIDA a Coldiretti: non sono i distributori causa dell’obesità dei giovani

CONFIDA a Coldiretti: non sono i distributori causa dell’obesità dei giovani

In risposta alle dichiarazioni di Coldiretti in occasione del lancio del “Manifesto di Udine per l’Educazione Alimentare nelle Scuole”, CONFIDA ne contesta la parte in cui si afferma che nei distributori automatici delle scuole siano presenti cibi e bevande spazzatura, e che siano la causa della cattiva alimentazione degli studenti. I contenuti non solo ledono la reputazione del settore ma evidenziano una non conoscenza del comparto della distribuzione automatica, soprattutto all’interno del sistema scolastico.
La dichiarazione di CONFIDA fa eco alle opinioni raccolte dalla nostra redazione interpellando alcuni gestori sul tema e che abbiamo pubblicato nella News relativa al lancio del Manifesto di Coldiretti.
Attraverso lo “Studio sul Settore della distribuzione automatica” di CONFIDA, l’unico sistema ufficiale di monitoraggio delle consumazioni delle vending machine, l’Associazione rileva che solo il 5% dei 460.915.247 snack dolci e salati venduti in un anno sono consumati in scuole e università: un dato ben diverso da quanto emerso durante il lancio del Manifesto.

“Inoltre, nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole primarie i distributori automatici non sono presenti o sono destinati al solo personale docente – spiega il Presidente di Confida, Massimo Trapletti – Le vending machine sono infatti presenti solamente all’interno delle scuole secondarie di I e II grado e nelle università che, secondo il Ministero dell’Istruzione, sono frequentate rispettivamente da 1,5, 2,6 e 1,9 milioni di studenti. Confrontando i dati, si evince quindi che il consumo medio annuo è di soli sei snack pro capite all’anno: pertanto, le vending machine non possono certo essere ritenute responsabili della cattiva alimentazione o dell’obesità dei nostri ragazzi. Le cause vanno ricercate altrove”.

I prodotti venduti all’interno dei distributori automatici delle scuole rispettano rigorosamente i CAM (Criteri Ambientali Minimi) dei servizi di ristoro emanati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica entrati in vigore il 1° aprile 2024.  Tali CAM, che vengono applicati obbligatoriamente alle nuove gare per l’assegnazione della gestione delle vending machine prevedono la somministrazione di prodotti specifici come, ad esempio, quelli a basso contenuto di grassi, zuccheri e sale, prodotti biologici e a km zero, bevande ad alto contenuto di frutta, prodotti equosolidali e che rispettano i criteri della filiera sostenibile.
Inoltre, il settore ha anche una certificazione di qualità volontaria, la “TQS vending”, nata dalla collaborazione tra CONFIDA e l’ente certificatore CSQA, che prevede requisiti e standard qualitativi del servizio superiori a quelli di legge: dal controllo dell’igiene alla manutenzione e sanificazione della macchina, dalla corretta etichettatura alimentare ai controlli microbiologici sui prodotti freschi.

Serve certamente investire di più nell’educazione alimentare nelle scuole di ogni ordine e grado, e promuovere lo sport e una vita sana – conclude Massimo TraplettiInoltre occorre fermare le gare pubbliche al massimo ribasso che continuano ad essere lo ‘standard’ non solo nelle scuole ma in tutta la Pubblica Amministrazione nonostante nei già citati CAM il Ministero dell’Ambiente dia un’indicazione chiara alle stazioni appaltanti di ‘evitare di orientare la competizione sulla valorizzazione dei minori prezzi dei prodotti destinati ad essere messi in vendita, ma orientarli ad altri elementi qualitativi, con particolare riguardo a quelli rilevanti dal punto di vista ambientale e sociale’”.


Il settore della distribuzione automatica è una filiera importante del tessuto economico nazionale che comprende 3.000 imprese che danno lavoro a 33mila persone. L’Italia, infatti, con le sue 808 mila vending machine, ha la più ampia catena distributiva alimentare automatica in Europa, e contribuisce ad un’importante funzione sociale: garantire idratazione e ristoro a 25 milioni di italiani nei luoghi che frequentano ogni giorno, come uffici e fabbriche, luoghi di transito, scuole, università e ospedali.

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