EUDR, nuovo rinvio in vista: il caffè al centro delle incertezze

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EUDR, nuovo rinvio in vista: il caffè al centro delle incertezze

L’Europa sembra pronta a chiedere un secondo rinvio dell’attuazione dell’EUDR, spostando la data al 30 dicembre 2026 (e a metà 2027 per le PMI), motivando la scelta con criticità nell’IT system di supporto. Ma finché Parlamento e Consiglio non approvano formalmente la modifica, rimangono in vigore le vecchie scadenze (30 dicembre 2025 / 30 giugno 2026).
Come sappiamo, il Regolamento UE 2023/1115, noto come EUDR, impone che prodotti come caffè, cacao, legno, soia, carne bovina, gomma e olio di palma immessi sul mercato europeo non provengano da aree deforestate dopo il 31 dicembre 2020. Inizialmente previsto per il 30 dicembre 2024, l’avvio è già stato rinviato una prima volta: al 30 dicembre 2025 per le grandi e medie imprese e al 30 giugno 2026 per micro e piccole.

Il 23 settembre 2025 la Commissaria europea all’ambiente ha inviato al Parlamento una comunicazione chiara: l’infrastruttura IT della Commissione non è pronta a gestire i flussi di dati necessari. Un problema tecnico, ma non solo. Il rinvio tiene conto anche delle pressioni di partner extra-UE come Malesia e Indonesia e delle difficoltà dei piccoli produttori di adeguarsi in tempi così stretti.

Il caffè è tra le commodity più sensibili all’EUDR. Per i grandi torrefattori che hanno già investito in piattaforme digitali e progetti di sostenibilità, il rinvio è un sollievo solo parziale: sposta in avanti i ritorni sugli investimenti. Per le aziende che non hanno iniziato, invece, il rischio è rimandare ulteriormente, perdendo competitività.
Il rinvio offre più tempo per adeguarsi, ma non elimina la sfida: i costi di tracciabilità e certificazione finiranno per incidere sui prezzi lungo tutta la catena. L’UE resta comunque determinata a rendere obbligatorio il rispetto dei criteri “deforestation-free”.

Il nodo centrale rimane l’incertezza: le nuove date (dicembre 2026 e giugno 2027) sono solo una proposta, mentre quelle attuali sono ancora valide. Le imprese devono quindi prepararsi come se l’avvio fosse imminente, per non rischiare blocchi doganali o esclusioni dal mercato.
Il percorso dell’EUDR è complesso e in continua evoluzione. Per il settore del caffè il rinvio può offrire un margine di respiro, ma non cambia la direzione: la tracciabilità “deforestation-free” sarà presto un requisito obbligatorio. Prepararsi ora resta la scelta più prudente per torrefattori, importatori e operatori della filiera.

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