Nel settore del vending un contratto stipulato con una pubblica amministrazione può trasformarsi in un contenzioso di grande portata. È il caso di un accordo sottoscritto nel 2016 tra una ASP (Azienda Sanitaria Provinciale) siciliana e una ditta fornitrice di distributori automatici per il servizio di ristoro nelle strutture sanitarie, riportato da alcuni media locali, tra cui lasicilia.it: l’intesa prevedeva la fornitura e la gestione di distributori automatici in comodato per una durata di tre anni. Al termine del contratto, nel 2019, l’azienda però non ha rimosso i macchinari né dismesso le apparecchiature, né tantomeno ha saldato tutte le fatture emesse.
Di conseguenza, l’ASP ha deciso di reclamare un importo pari a 889.950 euro, corrispondente all’intero presunto debito accumulato con riferimento sia al periodo contrattuale sia agli anni successivi, dal 2020 al 2025, evidenziando che le fatture erano state emesse in quanto i distributori non erano stati ritirati.
Per recuperare queste somme, l’ASP ha affidato il recupero crediti a un legale. Ma non è tutto: l’amministrazione avverte che l’importo potrebbe aumentare ulteriormente, perché intende emettere anche fatture aggiuntive per il rimborso dei consumi di energia elettrica sostenuti nei locali dove i distributori sono rimasti attivi.
In sostanza, un contratto che avrebbe dovuto durare pochissimi anni è rimasto in essere in modo “fantasma” per molto più tempo, con evidente danno economico per l’ente pubblico. Per gli operatori del vending e per le aziende interessate alla fornitura a enti pubblici, questo caso rappresenta un avvertimento: è fondamentale rispettare scrupolosamente le clausole contrattuali, prevedendo anche procedure chiare di chiusura del rapporto, ritiro delle macchine e resa dei conti.
Questo caso è stato segnalato da più fonti: la prima segnalazione – ma non l’unica – è apparsa su La Sicilia il 8 dicembre 2025. Poi un secondo articolo, su un giornale locale, descrive la vicenda come “uno dei casi più discussi di gestione contrattuale negli ultimi anni” per il settore dei distributori automatici in ambito sanitario.
Cosa insegna questo caso agli operatori vending:
1 – I contratti con enti pubblici devono prevedere clausole di fine rapporto e ritiro delle macchine, con impegni documentati e procedure chiare.
2 – In caso di mancato ritiro o abbandono degli impianti, l’ente può rivalersi anche per anni, con ipotesi di fatturazioni successive alla scadenza formale del contratto.
3 – È fondamentale garantire trasparenza contabile: registrazione di consumi, energia, manutenzioni, eventuali obblighi accessori, perché tutto può essere oggetto di contestazione.
4 – Prima di ricominciare (o offrire nuove gare) con enti pubblici, occorre verificare la situazione di eventuali partner o precedenti forniture, per evitare contenziosi da decine o centinaia di migliaia di euro.



















