Il recupero delle capsule di caffè può generare valore ambientale e sociale concreto. Lo dimostra Da Chicco a Chicco, il progetto di economia circolare promosso da Nespresso che, dal 2011 a oggi, ha trasformato il fine vita delle capsule in una risorsa per il territorio e per le comunità più fragili.

L’iniziativa si basa su un modello virtuoso: le capsule in alluminio, una volta raccolte, vengono separate nei loro componenti. L’alluminio viene riciclato e reimmesso nei cicli produttivi, mentre il caffè residuo viene trasformato in compost di qualità. Quest’ultimo è utilizzato per la coltivazione del riso, che viene poi destinato a finalità solidali.

I numeri raccontano la portata del progetto. Dalla sua nascita sono state raccolte oltre 13.500 tonnellate di capsule esauste, con il recupero di più di 800 tonnellate di alluminio e la trasformazione di circa 8.000 tonnellate di caffè residuo in compost. Il risultato è la produzione di oltre 7.700 quintali di riso, pari a più di 8 milioni di piatti distribuiti alle persone in difficoltà.
Solo nel 2025, grazie alla collaborazione con Banco Alimentare e Fondazione Progetto Arca, sono stati donati oltre 1,3 milioni di piatti di riso, confermando il valore sociale di un progetto che unisce sostenibilità ambientale e solidarietà.

Da Chicco a Chicco rappresenta oggi uno dei casi più strutturati di economia circolare applicata al settore del caffè, dimostrando come anche nel mondo delle capsule sia possibile costruire una filiera responsabile, capace di ridurre l’impatto ambientale e generare benefici tangibili per la collettività.

Un modello che, per il comparto vending e per l’intero settore del caffè porzionato, indica una direzione chiara: trasformare i rifiuti in risorse e integrare la sostenibilità nei processi industriali in modo misurabile e continuativo.