ASIA. Nell’era post COVID-19 il Vending sarà il canale di vendita privilegiato

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ASIA. Nell’era post COVID-19 il Vending sarà il canale di vendita privilegiato

Nei Paesi asiatici, al tempo del Coronavirus, l’utilizzo di vending machine per effettuare acquisti di ogni genere è cresciuto enormemente, facendo ulteriormente salire l’indice di gradimento di un canale di vendita che in questa parte del mondo è già molto apprezzato. Pensiamo al Giappone o alla Cina, dove i distributori automatici si trovano ad ogni angolo di strada e vendono davvero qualsiasi oggetto, bene o servizio.

Nel tempo del distanziamento sociale e della massima attenzione all’igiene, la popolarità delle vending machine è aumentata essendosi ulteriormente radicata nei consumatori la consapevolezza che i prodotti erogati dalle macchine sono i più sicuri per igiene e integrità e che molto spesso la vendita automatica riguarda anche beni che hanno un valore sociale.  Inoltre, un popolo attento alle regole come quello asiatico rispetta la fila davanti al distributore automatico, usa sempre guanti e mascherina, igienizza mani e macchina. Il che ha consentito al settore di salvaguardare il business, se non addirittura di accrescerlo attraverso un uso maggiore delle macchine esistenti e l’implementazione di ulteriori distributori, in grado di vendere prodotti necessari nell’emergenza dettata dalla pandemia. Un fenomeno che si è sviluppato molto spesso non per iniziativa dei gestori, ma di imprenditori estranei al Settore che hanno scelto il Vending per dare supporto alla popolazione.


C’è da chiedersi come mai da noi sia accaduto più o meno il contrario, visto che la Distribuzione Automatica è stata penalizzata sin da subito, non solo per il crollo del fatturato dovuto alla chiusura di tante attività, ma anche per l’indecisione e i tira e molla di alcune amministrazioni locali, che hanno costretto molti gestori a chiudere postazioni per poi riaprirle nel giro di qualche ora o che hanno avanzato pretese impossibili, come quella di far presidiare le macchine da un addetto pronto ad igienizzare ad ogni battuta. Un po’ come se si fosse preteso dai gestori dei supermercati la presenza fissa di un addetto che, seguendo come un segugio ogni cliente, sanificasse ogni pacchetto e ogni confezione “toccata”.
Guarda caso, gli apprezzamenti li hanno ricevuti quei gestori che hanno messo macchine, prodotti e servizio a disposizione gratuitamente di ospedali e centri di assistenza e volontariato impegnati nell’emergenza. In questi casi il distributore automatico è risultato essere un canale di vendita sicuro.

Foto Credit GEA scs

Tornando al mondo asiatico, di seguito alcuni esempi di come il Vending si sia organizzato per l’emergenza ed abbia potuto svolgere il suo servizio regolarmente con la benedizione delle amministrazioni e grande apprezzamento da parte della popolazione.

I supermercati che fanno parte dei gruppi Alibaba e Zhongbai, tutti dotati di un sistema di check out automatico che evita le lunghe code e il contatto con l’addetto alla cassa, in sole 5 ore hanno realizzato un negozio automatico all’interno dell’ospedale Huoshenshan di Wuhan. Grazie all’ampio range delle referenze disponibili, dai prodotti alimentari ai disinfettanti, il market è stato preso d’assalto da più di 200 persone già il primo giorno.

Country Garden, una delle principali imprese cinesi nel campo immobiliare – basti pensare agli omonimi hotel – ha donato a Wuhan alcuni distributori automatici di pasti caldi collocandoli all’aperto e in luoghi facilmente accessibili.
In grado di preparare 36 piatti in 15 minuti, questi particolari punti vendita, a metà tra un distributore automatico e un furgoncino da street food, hanno fornito pasti caldi gratuitamente a medici e cittadini in quarantena.

Sul modello degli Amazon Go, si sono moltiplicati i punti di ritiro degli ordini effettuati su alcuni siti di e-commerce. Uno di questi è Meituan, una delle più grandi piattaforme di ordinazione e consegna di cibo online in Cina, che ha implementato il suo servizio di “consegna senza contatto” in 184 città cinesi. Invece del classico servizio di delivery direttamente a casa, i clienti possono ritirare i propri pasti presso gli armadietti intelligenti dedicati, evitando sia assembramenti e code ai supermercati che il contatto diretto con il fattorino.

Ultimo esempio è quello dei distributori automatici di mascherine: un vero boom nei paesi asiatici che, in questo modo, hanno permesso a tutti i cittadini di esserne dotati in maniera semplice e veloce. Un servizio che ha riguardato tutte le fasce della popolazione, anche quelle meno abbienti, grazie alla generosità di aziende che si sono attivate, sin dai primi giorni dell’emergenza, sia per la produzione che per la distribuzione del primo ed essenziale dispositivo di protezione individuale.
Ha fatto il giro del web, l’iniziativa del miliardario Adrian Cheng, immobiliarista e collezionista di opere d’arte, che ha lanciato il suo progetto personalmente, attraverso il suo profilo Linkedin:
I nostri team hanno lavorato instancabilmente per essere certi di avere la capacità di produrre mascherine chirugiche di alta qualità qui a Hong Kong. Oggi, sono lieto di condividere con voi che tutte e quattro le nostre linee di produzione locali saranno in funzione a partire da questo mese e doneremo 10 milioni di maschere in primo luogo a otto ONG in tutta la città attraverso il programma di distribuzione “Mask To Go“, con una piccola parte della produzione utilizzata per garantire la protezione di tutti i nostri dipendenti.
Nelle prossime settimane installeremo 35 distributori “Mask To Go” in 18 distretti di Hong Kong. Per eliminare le code, emetteremo delle carte preregistrate i cui titolari utilizzeranno per riscattare un pacchetto gratuito di 5 maschere per il viso “Made in HK” alla settimana in uno dei punti vendita dedicati.
Sono così orgoglioso della dedizione e dello sforzo che i nostri team hanno dedicato a questo programma. Apprezzo molto anche il feedback positivo che abbiamo ricevuto finora dal pubblico in merito a questa iniziativa, che spero possa spingere gli altri a unirsi a noi“.

 

 

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