In Piemonte istituzioni e player del Beverage dicono no a plastic e sugar tax

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In Piemonte istituzioni e player del Beverage dicono no a plastic e sugar tax

Il Piemonte, con oltre 2,8 miliardi di litri di acqua minerale imbottigliati nel 2018, 27 concessioni attive, un giro d’affari di oltre 500 milioni di euro, 1000 addetti che arrivano a 5000 nel picco stagionale, rappresenta una realtà importante nel comparto dell’economia italiana e del mondo del Beverage in generale.

Per questi motivi, il rischio che le nuove accise (plastic tax e sugar tax) mettessero in ginocchio una realtà consolidata, ha spinto l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, a riunire un tavolo di confronto, al quale hanno partecipato sia rappresentanti istituzionali che i maggiori player del comparto.
Confindustria Piemonte, Confindustria Cuneo, Unione Industriale di Torino, Cuneo e Biella e i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, oltre che il Gruppo San Benedetto, Acqua Sant’Anna – Fonti di Vinadio, Acqua Pian della Mussa, Lauretana, Fonti Alta Valle Po, Pontevecchio e Coca-Cola Italia.
L’obiettivo è stato di analizzare l’attuale situazione e stilare un documento comune da presentare al governo in occasione della Conferenza Stato-Regioni, per invitare le istituzioni a Roma a rivedere le due tasse che, secondo i calcoli, porterebbe più perdite che giovamento alle casse dello Stato.
Ettore Fortuna, vicepresidente di Mineracqua, ha sottolineato come “queste misure porteranno a una flessione del mercato del 7-8%, che arriverà al 20% per chi produce e imbottiglia bevande dolci. Il tutto in un mercato che è già in flessione da anni“. Aggiungendo a questi dati, quelli relativi all’impatto sull’ambiente dei contenitori in plastica, rispetto a quelli considerati alternativi come l’alluminio o soprattutto il vetro, spesso visti come scelta sostenibile: un contenitore di plastica è 4-5 volte più sostenibile del vetro e 5 volte più di una lattina. A differenza della plastica il vetro si produce infatti in altoforno, e impatta decisamente di più per il trasporto, visto il suo peso.

Le due imposte dovrebbero garantire allo Stato circa 568 milioni di euro, una cifra che subirà un calo drastico in vista della contrazione dei consumi, che si genererà a fronte degli inevitabili aumenti del prezzo dei prodotti. A ciò si aggiungono i riflessi sull’economia: i player del comparto hanno confermato il blocco degli investimenti e delle assunzioni, anche dei lavoratori stagionali.

L’assessore Chiorino ha concluso l’incontro affermando: “È evidente che una tassazione di questo tipo, che va a demonizzare tutto un comparto plastica, non trova motivazione nella realtà. Si segue la scia di un malcelato terrorismo ambientalista fatto di fake news e dire la verità è un compito della politica. L’etica non c’entra nulla, siamo di fronte a imposte finalizzate soltanto a fare cassa. Con i soldi del reddito di cittadinanza avremmo potuto recuperare queste risorse e investire in ricerca. Invece si va a penalizzare chi investe, mettendo a rischio aziende e posti di lavoro. La Regione farà la sua parte fino in fondo, con tutti gli strumenti a disposizione: dobbiamo scongiurare nuove crisi aziendali e sostenere le imprese“.

Fonte: La Voce di Asti

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