
Nel 2024 il mercato europeo del cioccolato ha raggiunto i 47,3 miliardi di euro, rappresentando il 43% del valore globale. Questa domanda crescente rende l’Europa il principale importatore di cacao, ma nuove normative come il Regolamento EUDR impongono requisiti stringenti per garantire prodotti privi di deforestazione.
ICAM, storica azienda italiana del cioccolato, affronta la sfida della tracciabilità cacao collaborando con Trusty, startup che impiega la blockchain per mappare e monitorare le filiere agroalimentari. L’obiettivo: garantire la conformità alla normativa europea e rafforzare la trasparenza nei processi di approvvigionamento.
La filiera ICAM si estende in oltre 20 Paesi, con un’elevata frammentazione e la presenza di piccoli coltivatori. La raccolta dei dati per la tracciabilità cacao ha richiesto la digitalizzazione di informazioni geografiche, attraverso una piattaforma integrata con app mobile e tecnologia satellitare. Questo sistema consente di verificare la posizione dei terreni coltivati e assicurare il rispetto delle normative ambientali e dei diritti umani, tramite l’adesione ai codici etici aziendali.
Il progetto è stato supportato da un team interfunzionale ICAM in coordinamento con Trusty. Le difficoltà maggiori sono emerse nei Paesi produttori: scarsa alfabetizzazione digitale, infrastrutture carenti, banche dati incomplete e segnale telefonico debole. Nonostante queste criticità, la mappatura ha coinvolto oltre 26.000 appezzamenti, con solo il 4,6% segnalato per possibili rischi di deforestazione, su cui sono in corso azioni correttive.
La digitalizzazione ha migliorato la conoscenza della filiera, rafforzando le relazioni con i fornitori, migliorando la trasparenza e permettendo una gestione proattiva dei rischi ambientali e sociali. ICAM dimostra così come la tracciabilità cacao, abilitata da soluzioni tecnologiche avanzate, sia oggi fondamentale per una filiera sostenibile e conforme alle regolamentazioni europee.
“La nostra filiera è molto frammentata e distribuita in più di 20 Paesi con cui è attualmente attiva una collaborazione. Principalmente ci rivolgiamo a smallholder, ovvero coltivatori con appezzamenti di terra della misura di mezzo ettaro, più piccoli di un campo da calcio, da cui spesso dipendono intere famiglie”, dichiara Sara Agostoni Chief Sustainability Officer di ICAM. “Nel corso del processo di verifica per essere conformi alla EUDR, abbiamo avuto la prova che generalmente i coltivatori hanno poca dimestichezza con la tecnologia. Per quanto un dispositivo come il GPS possa apparire scontato ai nostri occhi, non lo è per un agricoltore che vive e opera nelle aree più isolate della fascia tropicale, dove le infrastrutture e le risorse tecnologiche risultano spesso insufficienti o inadeguate” – continua Sara Agostoni – “Nelle origini da cui ci approvvigioniamo storicamente abbiamo dovuto affrontare la conformità alla normativa con le nostre risorse, facendo leva sulla collaborazione con i diversi stakeholder, a differenza dei principali Paesi produttori di cacao, come la Costa d’Avorio e il Ghana, in cui i Governi hanno fornito supporto agli operatori del settore. Questa azione di supporto va a consolidare il rapporto di fiducia costruito negli anni con i nostri fornitori, con cui ci impegniamo da sempre a costruire rapporti capaci di “durare nel tempo” e “durable”, cioè sostenibili”.