Carpi. Progetto Salvasalute: distributori automatici lontani dai minori

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Carpi. Progetto Salvasalute: distributori automatici lontani dai minori
Il punto vendita di una stazione ferroviaria

21-02-2019 -A Carpi, provincia di Modena, l’AMPAS – Associazione Medici per un’Alimentazione di Segnale, col supporto della rete italiana dei professionisti Gift e dell’amministrazione comunale, ha deciso di dire basta allo zucchero (ma anche alle farine raffinate e ai prodotti ricchi di grassi idrogenati) cominciando, guarda caso, dai distributori automatici.
Nel corso di una conferenza stampa organizzata per presentare il Progetto Salvasalute,  il dottor Luca Speciani, medico chirurgo e agronomo alimentarista, oltre che presidente della stessa AMPAS, ha affermato:
Tempo fa vidi con mio grande rammarico in un ambulatorio pediatrico un distributore pieno di dolciumi, brioche, bibite gassate… e mi domandai chi fosse legalmente responsabile di tutto quel cibo insalubre”.
(Il medico responsabile dell’ambulatorio pediatrico, nel consentire l’installazione dei distributori automatici, non ha verificato l’offerta di bibite e snack proposta dal gestore? ci chiediamo…)
Ad ogni modo, la presenza in luoghi sensibili di distributori automatici con la loro offerta di “prodotti nocivi” per la salute, costituirebbe una violazione delle norme contenute nel decreto legislativo 502/1992 e nella legge 128/2013 che vieta la vendita di prodotti “non salutari” in luoghi accessibili ai minori: scuole, palestre, luoghi pubblici.
Sulla base di questa constatazione è stata inviata ad una ventina di dirigenti scolastici e sindaci un invito a far rimuovere dai luoghi pubblici gli alimenti e le bevande non in linea con le indicazioni del Ministero della Salute e del Ministero dell’Istruzione in materia di tutela della salute. Contemporaneamente sono stati suggeriti i prodotti da inserire in loro sostituzione: frutta fresca, disidratata e secca, cereali integrali, yogurt, parmigiano, frullati, cioccolato extra fondente.
L’invito è stato accolto già in qualche postazione e potrebbe avere ulteriore seguito, coinvolgendo un numero sempre più alto di istituzioni scolastiche e luoghi pubblici. Ne conseguirà inevitabilmente un calo delle vendite che andrà a tutto svantaggio dei gestori i quali per essere presenti nei luoghi della pubblica amministrazione pagano canoni elevati.
Succederà, sicuramente, che molti bambini e ragazzi porteranno da casa lo snack proibito o lo acquisteranno prima di entrare a scuola. In luoghi pubblici come ad esempio le stazioni, se nel distributore automatico lo snack goloso non c’è, lo si troverà sicuramente a pochi metri, nel bar della stazione o nel chioschetto dell’ambulante.
Ma non si doveva cominciare dall’educazione sulla sana alimentazione e i corretti stili di vita?

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