Lemon-do. Parte dal Giappone la sfida “alcolica” di Coca-Cola

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Lemon-do. Parte dal Giappone la sfida “alcolica” di Coca-Cola

Le multinazionali del Food & Beverage scelgono molto spesso il Giappone per il lancio di nuovi gusti e nuove referenze, probabilmente perché i giapponesi sono più aperti alle novità, come prova l’enorme varietà di gusto disponibile per tanti prodotti, che in Occidente sono presenti da anni senza subire variazioni di sorta.
Per lanciarsi nel mondo delle bevande alcoliche, un anno fa Coca-Cola ha lanciato Lemon-do, la prima bevanda alcolica della multinazionale americana, cominciando la sperimentazione nella regione di Kyoshu, in occasione di un grande evento sportivo. Il successo è stato tale che, a partire da quest’estate, Coca-Cola ha deciso di invadere tutto il Giappone col suo Lemon-do, entrando in competizione con altre bevande basate sulla stessa ricetta.
Lemon-do, infatti, non nasce da un’idea originale, ma è la versione in lattina ideata da Coca-Cola del lemon sour, una bibita della tradizione nipponica, fatta con succo di limone, soda e shochu, un distillato molto comune prodotto da riso o orzo. Frizzante e rinfrescante, Lemon-do è proposta in più gradi alcolici: si parte con l’Honey Lemon, più dolce e con solo il 3% di alcol; a seguire lo Standard Lemon-do col 5% di alcol e il Salt Lemon-do dal retrogusto un po’ salato e con un tasso alcolico del 7%. Chiude la proposta il Demon Lemon col 9% di alcol e una maggiore concentrazione di succo.
Alcolico ma non troppo, il Lemon-do è in vendita al prezzo di € 1,10 a lattina, inferiore a tutte le altre lemon sour presenti nel mercato giapponese.

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