03-03-2017 – Nel corso di un evento che si è tenuto il 28 febbraio a Palazzo Marino, Howard Schultz, amministratore delegato di Starbucks, ha svelato alcuni dettagli del progetto che il colosso americano ha messo a punto per l’apertura della prima sede in Italia.
Come tutti sappiamo, il locale verrà aperto nell’ex Palazzo delle Poste di piazza Cordusio, vista Duomo, una visuale oscurata dal palmeto che negli scorsi giorni è stato oggetto di un incendio e di un fiume di polemiche. Opinione comune è che le palme (e i banani che arriveranno) non rappresentano Milano, un’opinione che parrebbe confutata da un’antica documentazione che dimostrerebbe che le palme facevano parte nell’800 del progetto urbanistico della città.
Starbucks ha investito diversi milioni di dollari per il suo primo flagship store che gestirà direttamente e che farà da modello per quelli che in seguito verranno aperti a New York e a Tokyo, mentre la gestione delle prossime aperture italiane (Milano e Roma) verrà affidata al Gruppo Percassi di Bergamo.
Lo store di piazza Cordusio verrà aperto nel 2018, prevede l’assunzione di 350 addetti, dei quali 100 provenienti dall’area milanese, e rispetterà l’italian style in fatto di caffè con una roastery e un centro di panificazione a vista. Curatissima l’offerta al pubblico: 5 tipologie di caffè, metodi di preparazione innovativi come il nitro caffè estratto a freddo utilizzando l’azoto liquido, wifi  velocissimo, musica e sistemi di pagamento e ordinazione di ultima generazione.

Più che scatenare timori e nell’assunzione che “il modello Starbucks è il modello Starbucks” universalmente riconosciuto (più di 24.00 store nel mondo), l’innovazione che porterà nel format e nell’offerta dovrebbero fare scuola, come la stessa azienda si augura: non a caso la presentazione è stata fatta davanti ad una platea costituita da studenti della Bocconi.