Sangemini. L’INPS mette in crisi il piano Norda.

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Sangemini. L’INPS mette in crisi il piano Norda.

05-05-2014 – La fideiussione richiesta dall’Inps, a copertura del debito accumulato da Sangemini  nei suoi confronti, ha messo in crisi l’operazione di subentro della nuova proprietà e la possibilità, che sembrava ormai certa,  di rilanciare lo stabilimento perugino.
Il debito generale accumulato in questi anni di crisi è davvero oneroso e ammonta a circa 10 milioni di euro, dei quali parte nei confronti dei dipendenti (suddivisi tra cause di lavoro e arretrati di stipendio), parte nei confronti dei fornitori e parte ancora da riconoscere ad agenti e sindacati. L’Inps nel voler cautelarsi ha rimesso in dubbio il percorso intrapreso da Norda, soprattutto perché si teme che altri fornitori possano seguire il suo esempio.
In quest’atmosfera, ancora una volta dominata da un clima d’incertezza,  si ripropone l’imprenditore campano Francesco Agnello che sin dall’inizio si è mostrato pronto a farsi carico della situazione Sangemini e ha dimostrato di avere le carte in regola per subentrare e rilanciare lo stabilimento e il marchio.
Le polemiche che si sono susseguite nel corso della “storia” Sangemini  non hanno smontato l’interesse di Agnello che ancora una volta si dichiara pronto anche a sostenere la recente richiesta dell’Inps. Il rischio è che, come in passato, la sua voce non venga presa in considerazione anche se l’offerta presentata dall’imprenditore campano è valida fino al 27 giugno prossimo ed include anche una fideiussione di 18 milioni di euro, ad ampia garanzia dei creditori e a sostegno del piano di sviluppo necessario al rilancio della Sangemini.

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