Sugar Tax: Assobibe critica la decisione della Corte costituzionale

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Sugar Tax: Assobibe critica la decisione della Corte costituzionale

Assobibe esprime sorpresa sull’orientamento della Corte costituzionale.
Le imprese guardano dati oggettivi e scelte politiche su nuove tasse.


Commentando la sentenza n. 49 della Corte Costituzionale con la quale si dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale sulla Sugar tax, Giangiacomo Pierini, Presidente di ASSOBIBE, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche, dichiara:
Siamo davvero stupiti dalla pronuncia della Consulta, ma ancora di più dalle motivazioni che si basano su un razionale scientifico contestabile e, soprattutto, slegato dai consumi reali in Italia. Rimaniamo convinti che per affrontare patologie multifattoriali come sovrappeso, obesità e diabete occorrano approcci integrati una misura che colpisce un unico alimento non può pagare e non modifica comportamenti non equilibrati.
I Paesi agiscono con approcci diversi e in molti casi la Sugar tax è stata introdotta per incentivare la riformulazione: noi l’abbiamo fatto senza bisogno di tasse arrivando a tagliare del 41% lo zucchero immesso a scaffale, anche attraverso azioni volontarie e protocolli siglati con il Ministero della Salute, e applicando rigide autolimitazioni nella vendita verso i consumatori più fragili come i bambini.
Lasciamo da parte cavilli giuridici in cui giudici affermano che lo zucchero sia da contrastare solo se presente nelle bibite. La scelta se tenere una nuova tassa, oggi inutile e dannosa per famiglie e imprese, è del Governo. Le imprese chiedono scelte basate su evidenze, numeri e buon senso”.

In merito al riferimento ai risultati ottenuti in Paesi dove la Sugar tax è stata applicata di cui si legge nella sentenza, ASSOBIBE ricorda che si tratta di mercati molto diversi da quello italiano – siamo all’ultimo posto in UE per consumi pro capite (54 litri annui)¹ – e che l’impatto dei soft drink sulla dieta degli italiani è infinitesimale: 1% adulti, 0,6% bambini².

Inoltre, l’efficacia della tassa sulla riduzione dell’incidenza di sovrappeso, obesità e diabete non è dimostrata: nell’area definita come Zona Europa, che comprende oltre 53 paesi, l’OMS registra che, al 2020, la Sugar tax era stata inserita in 10 sui 53 Stati, il 19% del totale area³, producendo una contrazione dei consumi solo nel breve periodo per poi tornare ai livelli pre tassa. In mercati con tasse sulle bevande analcoliche come Messico, Finlandia, Cile, Regno Unito, Francia e Irlanda i tassi di obesità sono in crescita⁴, a dimostrazione che la tassa non si traduce in un miglioramento della dieta, tanto che alcuni Paesi hanno iniziato a eliminare la tassa sui soft drink (Danimarca: 2016; Norvegia: 2000; Islanda: 2000; Israele 2022; Australia 2018).


¹ Fonte Global Data per Unesda.
² Fonte: Min Salute Obiettivi condivisi per il miglioramento delle caratteristiche nutrizionali dei prodotti alimentari con particolare attenzione alla popolazione infantile (3-12 anni, Monitoraggio 2017).
³ Fonte: European Journal of Public Health, April 2022.
⁴European Childhood Obesity Surveillance Initiative dell’OMS (2018-2020).

 

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