Ancora una storia di distributori automatici non autorizzati

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Ancora una storia di distributori automatici non autorizzati

distributori automatici07-05-2019 – Una pagina del Corriere della Sera – Cronaca di Milano del 6 maggio – racconta l’ennesima storia di  presenza incontrollata di distributori automatici all’interno di una struttura pubblica, questa volta l’ospedale Fatebenefratelli di Milano.
Per almeno 7 anni, il servizio di ristoro automatico all’interno del nosocomio è stato appannaggio del CRAL aziendale, che ha permesso l’installazione abusiva di 38 distributori automatici, 24 di bevande calde e 14 di bevande fredde e snack, senza che vi fosse stata una regolare gara d’appalto, che autorizzasse la concessione di spazi a tutti gli effetti pubblici.
È chiaro che quest’attività non era fine a se stessa, ma portava soldi nelle casse del circolo ricreativo: si stima circa 500.000 euro sotto forma di percentuale sugli incassi. Ristorni che andavano direttamente nelle casse del CRAL e di cui l’amministrazione dell’ospedale era ignara, pur addebitandosi inconsapevolmente i costi di acqua ed energia elettrica.
Nel 2016, in seguito all’insediamento dei nuovi vertici, la direzione del Fatebenefratelli decide di interrompere questa situazione chiaramente abusiva e dannosa per l’amministrazione, ordina la rimozione di tutti i distributori collocati nei reparti dell’ospedale e passa alle vie legali. La richiesta di risarcimento, avanzata dagli avvocati del Fatebenefratelli nei confronti del CRAL, è salata: 475.125 euro come “risarcimento del danno provocato per l’installazione abusiva dei 38 distributori automatici, dei quali 101.821 euro sono per le spese sostenute per il consumo di acqua ed energia elettrica, ed altri 373.303 per lucro cessante. Contestualmente, viene indetto nuovo bando di gara che permette alla società vincitrice di installare nuove macchine in piena regolarità.
Decisa a non arrendersi, la ditta che fino ad allora aveva gestito il servizio fa ricorso, senza ottenere alcun risultato, non potendo dimostrare di essere in possesso di alcun contratto che giustificasse la presenza delle sue macchine all’interno dell’ospedale; né dell’esistenza di un contratto di ipotetico subappalto tra il Fatebenefratelli e il CRAL.
Ad oggi, l’importo richiesto dai legali del Fatebenefratelli, corrispondente ai mancati incassi degli anni in cui la gestione è stata nelle mani del circolo ricreativo, non è stato ancora restituito

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