Europarlamentari, governo e filiere uniti per modificare il PPWR

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Europarlamentari, governo e filiere uniti per modificare il PPWR

Uno schieramento composto dalle filiere interessate, dagli europarlamentari italiani direttamente impegnati sul tema e dal Governo hanno partecipato a Bologna all’incontro “PPWR: quale impatto sul packaging per alimenti?” organizzato da Profood, il gruppo di Confindustria-Federazione Gomma Plastica che raccoglie alcuni fra i principali produttori italiani di stoviglie ed imballaggi monouso per l’industria agroalimentare rappresentanti oltre il 70% della produzione italiana.

Gli obiettivi di base del PPWR sono certamente condivisibili – ha dichiarato Marco Omboni, consigliere di Profood – ma è assolutamente necessario esprimere le diffuse preoccupazioni sulle conseguenze del testo originale che non va nella direzione corretta per il raggiungimento degli obiettivi. Confidiamo che gli europarlamentari chiamati a modificare il testo lo rendano maggiormente aderente alla realtà con scelte fatte sulla base di evidenze scientifiche e non meramente ideologiche. Del resto, il nostro Paese ha fatto, in ossequio a quanto prescritto dall’Europa, risultati eccezionali sulla filiera del riciclo, mentre con la proposta di Bruxelles si sterza bruscamente verso il riutilizzo senza tenere in considerazione elementi come igienicità, tracciabilità, spreco alimentare, conservazione di un prodotto che, specialmente nell’ortofrutta, ne risentirebbe molto. Il PPWR se non modificato rischia di innescare un effetto domino disastroso, senza raggiungere assolutamente nessun miglioramento ambientale”.

Se il regolamento PPWR non venisse modificato, tra le ripercussioni ci potrebbero essere migliaia di licenziamenti nel settore, come ha sottolineato Marco Bergaglio, presidente di Unionplast. Si tratta di 50.000 impiegati e 4.000 imprese, con un moltiplicatore sul PIL di 3,2€. L’imballaggio su questi numeri vale il 40%, quando leggiamo nella proposta della commissione che si vuole far calare ogni cinque anni il 5 per cento di questi numeri, capiamo quanto sono grandi i rischi su questa filiera: dovremmo mandare a casa il 15% dei lavoratori”.

In attesa del voto in commissione Ambiente del Parlamento Ue in merito al regolamento sugli imballaggi previsto per il 23-24 ottobre, con possibile arrivo in plenaria durante la seconda sessione di novembre, l’incontro di Bologna è stato una sorta di “Stati generali” e ha fatto emergere ancora una volta la posizione di assoluto buonsenso del settore, supportata dal Governo e dalle varie forze politiche.

Andrea Campelli, Direttore comunicazione e Relazioni Esterne di Corepla, ha così commentato: “Il regolamento sembra una norma anti-plastica, che non considera i benefici igienici, di trasporto e distribuzione che ha del packaging. Della raccolta differenziata ed eventuali obblighi non c’è alcuna menzione. Corepla avvia a riciclo circa 1,5 milioni di tonnellate ogni anno, un numero in crescita da 25 anni: tutto questo sistema virtuoso verrebbe vanificato da questo regolamento, cui il sistema Italia, per una volta, sta rispondendo compatto”.

A conclusione dell’evento è intervenuto Massimo Bitonci, Sottosegretario del Ministero delle Imprese e del Made in Italy: “L’Europa purtroppo quando interviene nei singoli settori non dà una mano alle nostre imprese, ma complica loro la vita. I temi che possono contrastare questa versione del regolamento, propugnati dal nostro parlamento e successivamente dal nostro governo, sono quello della neutralità, quello del compostabile e quello dell’igiene. Ci potrebbero essere inoltre altre conseguenze legate al riuso, che comporterebbe costi maggiori, maggiore produzione di scarti e di CO2 secondo le analisi che hanno fatto le Commissioni a livello parlamentare”.

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