Sparisce l’olio di girasole, torna l’olio di palma

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Sparisce l’olio di girasole, torna l’olio di palma

Nel giro di un paio di settimane l’olio di semi di girasole è destinato a sparire dai circuiti di distribuzione del nostro Paese, che lo importa dall’Ucraina per il 70/80%.
Il problema si pone non tanto per il consumo domestico, dove viene utilizzato prevalentemente per le fritture e può essere sostituito facilmente con qualsiasi altro olio di semi, quanto piuttosto per  l’industria alimentare che, da quando ha messo al bando l’olio di palma, utilizza per la produzione quasi esclusivamente olio di girasole e ciò vale in particolare per l’industria dolciaria.
Poiché i macchinari possono lavorare o con olio di girasole o con olio di palma indistintamente, ma non con qualsiasi altro olio di semi, ne viene di conseguenza che il tanto bistrattato olio di palma sarà l’unica soluzione possibile.
Il maggior problema da affrontare sarà quello della comunicazione al consumatore, sia per far comprendere l’obbligo della scelta, sia per la trasparenza del packaging dove la dicitura “senza olio di palma”  è solitamente ben messa in evidenza e sinonimo di prodotto salutare.
Va anche detto che ormai da tempo l’EFSA ha tranquillizzato sul consumo di olio di palma, sostenendo che è difficile che concentrazioni pericolose siano raggiunte con la normale alimentazione. In ogni caso, a pochi giorni dall’individuazione di una soluzione sostenibile al problema, i produttori si troveranno di fronte all’impossibilità di utilizzare il packaging ordinario, di cui hanno scorta, e dovranno ripiegare su nuovi incarti, affrontando costi imprevisti e con l’incognita del tempo a disposizione, troppo poco per potersene approvvigionare.
L’industria Ferrero sarà forse l’unica a non dover affrontare il problema.

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