Un d.a. alla Biennale di Venezia per tenere viva la memoria storica

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Un d.a. alla Biennale di Venezia per tenere viva la memoria storica

23-07-2019 – Sembrerebbe fuori luogo la presenza di un distributore automatico all’interno dei padiglioni espositivi della Biennale di Venezia, che nell’edizione 2019 punta l’attenzione sui nostri tempi, sulle incertezze, le crisi e i disordini che stiamo vivendo.
Non si tratta di una vending machine adibita ad angolo ristoro per i visitatori, ma di un particolare distributore automatico collocato all’interno del padiglione dedicato alla Catalogna, che quest’anno focalizza un tema molto legato alla storia spagnola, ma facilmente generalizzabile: un progetto di ricerca che invita a riflettere sul potere delle immagini collocate negli spazi pubblici e sulle ripercussioni che hanno nel contesto sociale. Il focus è principalmente sulle statue, oggetto di deturpazioni e vandalismi, quando il soggetto rappresentato è simbolo di un determinato momento storico o rappresenta un particolare personaggio politico. In taluni casi, si assiste a vere e proprie opere di distruzione da parte di chi ha inclinazioni diverse.
Questa la riflessione di Pedro Azara, curatore e professore di estetica all’Università Tecnica di Barcellona, e dell’architetto Tiziano Schürch, curatore dello spazio “Catalonia in Venice_To lose your head (idols)” dedicato alla Catalogna, che si è ispirato al deposito municipale di Via Favència a Barcellona, in cui sono collocati monumenti e statue rimossi dallo spazio pubblico perché danneggiati, mutilati, profanati o irreparabili, come quelli del periodo franchista.
Si cancellano tracce, testimonianze, eventi passati della storia spagnola, in particolare in Catalogna. Tutto quello che non si accetta si elimina: un’attitudine repressiva e ignorante. Però la storia rimane. Che ci piacciano o no, i fatti e gli eventi sono successi, che suscitino vergogna, indignazione o simpatia” afferma Pedro Azara.
In questo contesto il distributore automatico ha una sua ragion d’essere, poiché messo lì ad erogare  artefatti che servono per adorare o distruggere opere pubbliche:  fiori di plastica, candele, bombolette spray, pietre e martelli, come quelle utilizzate dai vandali.
Cosa meglio di un distributore automatico a rappresentare tutto ciò, visto che è esso stesso oggetto di vandalismi gratuiti?

Per chi fosse incuriosito, l’esposizione terminerà il 24 novembre 2019.

Biennale di Venezia

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