Crisi del caffè: scorte ai minimi storici. Interviene SACE

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Crisi del caffè: scorte ai minimi storici. Interviene SACE

Era dal 1994 che non si assisteva ad una crisi del mercato del caffè come quella che si sta verificando oggi, con scorte a magazzino sempre più esigue, tanto che si prevede una seria mancanza di caffè nella seconda metà dell’anno.
Mentre l’Arabica sembra reggere, la Robusta è sempre più carente, confermando il trend negativo degli ultimi tre anni.

Donatella Gena, dirigente degli alimentaristi di Confartigianato Imprese Arezzo, definisce la situazione attuale come “la tempesta perfetta” determinata dalla combinazione di scarsa produzione dovuta al cambiamento climatico e crisi del Mar Rosso con i blocchi navali nel Canale di Suez, i percorsi alternativi che allungano distanze e tempi di trasporto con il conseguente aumento dei costi.
A ciò si aggiunge il fatto che per i coltivatori il business del caffè è diventato improduttivo e cominciano a diversificare, sostituendo il caffè con altro.

Di fronte a questo panorama, SACE, l’agenzia Italiana per il credito all’esportazione controllato del ministero dell’Economia e delle Finanze, ha annunciato un’operazione di Push Strategy del valore di circa 500 milioni di euro destinata a sostenere da un lato la filiera della torrefazione in Italia, garantendo l’importazione di caffè crudo di qualità, e dall’altro nuove opportunità di export.

L’operazione vede infatti SACE al fianco di Olam Food Ingredients (ofi), gruppo leader mondiale nel comparto degli ingredienti per il food&beverage, e in particolare nel settore del caffè crudo, di cui garantisce forniture responsabili e tracciabili.
SACE ha garantito finanziamento complessivo di circa 500 milioni di euro (organizzato in due tranche, rispettivamente da 250 milioni di dollari e 37,38 miliardi di yen) in favore di ofi con l’obiettivo di massimizzare le opportunità di business per le imprese della filiera della torrefazione in Italia – che comprende circa un migliaio di piccole, medie e grandi imprese, per un fatturato complessivo di oltre 5 miliardi di dollari – garantendo sia l’importazione di caffè crudo di qualità, sia nuove opportunità di export per tutte le supply chain interessate (Food processing, bottling, packaging, etc.).

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