30-09-2015 – Negli ultimi giorni, la stampa locale dei Comuni di Pietrasanta e Tortona – rispettivamente province di Lucca e di Alessandria – ha dato molto risalto alle decisioni  prese dalle rispettive amministrazioni relativamente alla pausa caffè dei dipendenti. Due soluzioni che denotano due diverse prese di posizione nei confronti del servizio ristoro offerto dai distributori automatici presenti nelle due case comunali.
Il sindaco di Pietrasanta, non tollerando il clima da salotto che si era instaurato intorno ai distributori automatici, ha deciso di disattivarlo invitando i dipendenti a recarsi nei bar esterni al Comune per la loro pausa caffè. Esattamente opposta la decisione dell’assessore al personale di Tortona che, avendo notato una sosta esagerata dei dipendenti nei bar circostanti l’edificio,  ha deciso di vietare loro l’uscita, invitandoli piuttosto a servirsi dei distributori automatici interni alla casa comunale.
L’intenzione per entrambe le amministrazioni è sicuramente di far in modo che gli impiegati restino concentrati sul lavoro e non assumano il classico atteggiamento da “fannulloni”.
Ma, proprio osservando quanto accaduto  nei due Comuni viene da pensare che, invertendo semplicemente le situazioni, le soluzioni individuate non possano funzionare: gli impiegati del Comune di Pietrasanta faranno salotto al bar e quelli di Tortona intorno ai distributori automatici.
Stiamo chiaramente estremizzando i due casi. Nella realtà, stanno per partire circolari che imporranno ai dipendenti precise regole per la pausa caffè, come d’altra parte è accaduto in altri Comuni italiani, dove poi si è deciso di dare un limite di tempo circoscritto e “registrarlo” strisciando il badge oppure di recuperare il tempo “perduto” per un caffè con ulteriori minuti di lavoro.