AIDEPI dice no alla petizione contro gli snack alle casse dei supermercati

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AIDEPI dice no alla petizione contro gli snack alle casse dei supermercati

11-06-2014 – La petizione lanciata da Il Fatto Alimentare con l’obiettivo di eliminare snack e dolciumi in prossimità delle casse dei supermercati ha raccolto oltre 9.000 adesioni nelle prime 48 ore.
L’iniziativa non trova d’accordo l’AIDEPI – Associazione Italiana delle Industrie del Dolce e della Pasta – che in difesa dei produttori italiani ha espresso il proprio disaccordo attraverso le parole del suo direttore Mario Piccialuti.

Gentile dr. La Pira,
Le scrivo per esprimere il mio stupore nell’apprendere la notizia che una testata obiettiva e di approfondimento come “Il Fatto Alimentare” abbia lanciato una petizione contro una fascia di prodotti del mondo dolciario, o come tale viene presentata.

Senza entrare nel merito delle politiche di posizionamento a scaffale che ogni catena fa in relazione al proprio punto vendita, in primo luogo non posso non rilevare che additare come responsabili dell’obesità infantile delle tipologie di prodotto in particolare è al di fuori di ogni criterio di educazione alimentare: non esistono alimenti buoni e alimenti cattivi, questo è concetto oramai diffuso e ripetuto da tutta la comunità scientifico-nutrizionale.

In secondo luogo, la descrizione dei prodotti che Lei ha riportato nel testo della petizione “prodotti e snack generalmente ricchi di zuccheri, grassi, sale, conservanti e coloranti” e la dicitura “junk food”, mal si attagliano ai prodotti che le Aziende associate ad Aidepi, che Lei ben conosce, producono da anni, con altissimi livelli qualitativi e, in molti casi, senza zuccheri e grassi. Denigrare in questo modo prodotti che sono studiati attentamente e sui quali le Aziende investono notevolmente per renderli parte di una corretta dieta e di un equilibrato stile di vita, non si addice ad un giornalista informato come Lei.

Aggiungo infine che Aidepi ha sempre creduto e valorizzato il ruolo decisionale dei genitori nell’ambito dei comportamenti alimentari dei propri figli, a tal punto che, già dal 2007, le Aziende associate si sono impegnate a non vendere i propri prodotti all’interno dei distributori automatici posti nelle spazi delle scuole, proprio per dare al genitore la possibilità di un controllo consapevole di ciò che acquista o consuma il proprio figlio.

Con il termine “inaccettabile” definirei invece il fatto che i nostri bambini, come pure gli adulti, si muovano così poco, che le città in cui spesso vivono siano inadatte a sviluppare quell’essenziale momento di socialità che è il gioco all’aperto e che, contrariamente a quanto accade in altri Paesi europei, le politiche sociali non prevedano investimenti su attività fisica, movimento e corretta educazione alimentare”.

Il Fatto Alimentare, convinto dei propri principi, non intende demordere e continuerà a mandare avanti con decisione l’iniziativa di cui si è fatto promotore.

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