Quando il riciclo sovvenziona la ricerca scientifica

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Quando il riciclo sovvenziona la ricerca scientifica

09-03-2016 – Può il riciclo sostenibile supplire alle carenze dello Stato che taglia fondi in settori importanti per i cittadini, quale quello della ricerca scientifica? Il ragionamento porterebbe a rispondere con un “no”, ma la realtà è ben diversa, come dimostra il caso della dott.ssa Alessandra Trojani, biologa genetista il cui lavoro di ricerca viene sovvenzionato dai proventi della vendita dei tappi di bottiglia, raccolti dall’Associazione Malattie del Sangue in tutti quei luoghi in cui è possibile: alcune scuole, alcuni luoghi di lavoro e alcune abitazioni private.
Considerato che ogni tonnellata di plastica raccolta vale sul mercato 200 euro, per sostenere economicamente il lavoro della dott.ssa Trojani occorre raccogliere in un anno 130 tonnellate di tappi.

Per quanto questo sistema di raccolta fondi possa sembrare fuori ogni logica, di fronte ad uno Stato che riconosce sempre meno le intelligenze di cui il Paese orgogliosamente dispone, perché non provare a coinvolgere tutte le aziende, anche quelle del vending, in questo tipo di iniziative?
Se accanto ai distributori automatici si collocasse un punto di raccolta di tappi di plastica spingendo gli utenti ad un comportamento virtuoso finalizzato ad una giusta causa, si potrebbe contribuire a sostenere i nostri scienziati, magari riuscendo a trattenerne qualcuno in Italia!

ricerca scientifica
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