L’intervento di due fondi per salvare Acque Minerali d’Italia

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L’intervento di due fondi per salvare Acque Minerali d’Italia

Il 23 dicembre scorso, il gruppo Acque Minerali d’Italia ha presentato il piano concordatario presso il Tribunale di Milano, che sarebbe prossimo a pronunciarsi circa la fattibilità degli interventi programmati.
Dopo un primo momento di secretazione rispetto ai nomi disponibili ad impegnarsi per il salvataggio dell’azienda di imbottigliamento delle acque, proprietaria di marchi come Norda e Sangemini, alcune fonti come Milano Finanza confermerebbero l’intervento di due fondi: l’americano Magnetar e l’italiana Clessidra.
L’operazione consisterebbe nell’acquisizione di una partecipazione dell’80% del capitale da parte dei due fondi, che lascerebbero nelle mani della proprietà – la famiglia Pessina – il restante 20%. Si prevede un’azione concreta, consistente in un aumento di capitale pari a una cifra molto vicina a 50 milioni di euro così suddivisa: Clessidra sottoscriverà l’aumento di capitale per cassa per 15 milioni di euro, mentre Magnetar si accollerà i restanti 35 milioni, con il risultato che ai fondi Magnetar farà capo il 56% della società e Clessidra il 24%.

Per quanto riguarda il risanamento del debito, che ammonterebbe a 187,5 milioni di euro, ne verranno rimborsati 64,4 milioni di euro, di cui parte alle banche che sono creditrici di una cifra totale pari a 55 milioni di euro.

Se l’operazione dovesse andare in porto, diventerebbe concreta la possibilità di rimettere in sesto i siti produttivi – in particolare quello della Sangemini – che hanno affrontato la crisi 2020 soprattutto grazie al ricorso a misure di sostegno come la cassa COVID. Secondo il piano industriale presentato, già quest’anno il gruppo dovrebbe tornare a risultati positivi che si consoliderebbero nell’arco dei prossimi tre anni.

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